giovedì 21 maggio 2009

A conti fatti

A conti fatti
L' apocrifo marxiano e gli ultrà del liberismo
Il capitalismo dovrebbe contaminarsi con i pensieri religiosi e socialisti

Uno dopo l' altro, tre banchieri d' affari mi hanno girato via mail questo pensiero di Karl Marx: «I proprietari di capitale stimoleranno la classe operaia a comprare sempre più merci costose, case e tecnologie, spingendoli a prendere sempre più credito oneroso, finché i loro debiti diventeranno insostenibili. I debiti non pagati condurranno alla bancarotta delle banche, le quali dovranno essere nazionalizzate, e lo Stato dovrà prendere la strada che porterà al Comunismo». Un po' di confidenza con Marx fa sospettare l' apocrifo, nonostante il Das Capital, 1867, apposto in calce al memorabile detto. E basta digitarne uno spezzone in inglese su Google per averne la certezza: nessun riferimento alle opere complete del filosofo di Treviri, ma infinite citazioni della «citazione». Il problema non è dunque l' apocrifo quanto la sua fortuna che, come quella dei Vangeli non canonici, fiorisce in giustapposizione all' ortodossia: nel nostro caso, alla tesi che spiega il collasso del capitalismo finanziario con i cedimenti populisti di Bush sui mutui subprime (dare un tetto ai portoricani) e non con vent' anni di subalternità della Casa Bianca a Wall Street, della politica al capitale, del diritto al contratto. È, questa dei liberisti più liberisti di Bush, una posizione simile a quella dei comunisti inossidabili secondo i quali l' Unione Sovietica sarebbe caduta perché non aveva applicato teoria marxista con sufficiente coerenza. Adesso, gli estremisti del liberismo, specialmente dall' Europa, incalzano Obama con lo stesso ardore con il quale, negli anni Cinquanta, l' ambasciatrice Usa in Italia, Clare Boothe Luce, esortava Pio XII a essere più duro con i comunisti in difesa della Chiesa fino al punto di sentirsi interrompere così: «Come lei saprà, signora, sono cattolico anch' io». Ma, a differenza del pontefice, il presidente degli Stati Uniti non ha una verità rivelata da difendere quanto un problema da risolvere: ridefinire l' economia di mercato, che non rappresenta la fine ma soltanto una tappa della storia, essendosi anch' essa formata nell' incontro e nello scontro, talvolta sanguinoso, degli interessi e delle culture. Intervenendo nel dibattito del Financial Times sul futuro del capitalismo, Amartya Sen ricorda come Adam Smith parlasse di economia di mercato senza per questo auspicare il predominio del capitale. Con The Theory of Moral Sentiments, Smith indicava nelle istituzioni che garantiscono ciò che il mercato non può dare (educazione universale, sollievo alla povertà) e nei comportamenti non profit delle persone (altruismo, affidabilità, fiducia) le precondizioni affinché lo stesso libero commercio potesse concorrere all' economia di mercato. È vero che nessuno oggi sa indicare alternative all' economia di mercato. Ma possiamo dire che questa si esaurisce nella sua ultima versione, il capitalismo dello shareholder value? L' esperienza consiglia cautela. Se la cultura liberale impegnata nell' economia resta prigioniera dell' alternativa tra l' apocrifo marxiano e la salvaguardia del capitalismo finanziario, anziché leggere il reale e contaminarsi con i pensieri religiosi e socialisti per ricostruire in forme nuove i sentimenti morali mortificati dal trentennio reaganiano, s' incamminerà senza accorgersene su un nuovo Aventino. mmucchetti@corriere.it

Mucchetti Massimo

martedì 3 marzo 2009

Il PD veneto chiede le dimissioni della Gelmini

Presto parecchie migliaia di famiglie venete avranno bruttissime sorprese: non otterranno per i propri figli l’orario scolastico richiesto, in particolar modo alle elementari.

La legge Gelmini prevede che le famiglie possano scegliere l’orario scolastico tra 4 opzioni: 24 ore settimanali o 27 o 30 o 40.

In realtà la libertà di scelta dei genitori sarà pesantemente limitata. Se le classi a tempo pieno (40 ore settimanali) con due insegnanti saranno con tutta probabilità riconfermate (non certo però incrementate), le esperienze di tempo prolungato (33, 35, 37 ore settimanali), diffusissime nella nostra Regione, non potranno essere mantenute. Anche l’opzione delle 30 ore settimanali è a forte rischio. Per fare un esempio: nella sola provincia di Venezia le classi di tempo prolungato (33 ore settimanali) nell’anno scolastico in corso sono 410 e il prossimo anno nessuna di esse sarà attivata per le classi prime e che anche in quelle in corso si porranno grossi problemi.

La possibilità di attivare classi a tempo prolungato è infatti condizionata – così stabiliscono i decreti attuativi delle legge Gelmini – dalla disponibilità degli organici. E questi subiranno pesantissimi tagli.

Per l’anno scolastico 2009/2010, nella scuola elementare veneta si prevedono circa 1.500 insegnanti in meno, 1200 in meno nella scuola media, 800 in meno nella superiore: 3.500 docenti in meno in un solo anno, quando la riforma Moratti aveva previsto una riduzione di 250 insegnanti in 3 anni.

«La Gelmini è ora che si dimetta – attacca Paolo Giaretta, senatore e segretario del Partito Democratico Veneto - Tutti i nodi stanno venendo al pettine. Non si può far passare per una riforma una di diminuzione dei servizi essenziali ai cittadini peggiorando la qualità della formazione, che è la vera risorsa a disposizione dell’Italia. Altro che politiche per le famiglie! Le famiglie venete e italiane si troveranno in settembre ad affrontare problemi organizzativi enormi con un aggravio dei costi».

«Tutto quello che abbiamo paventato lo scorso autunno oggi sta vedendo la luce – denuncia Andrea Ferrazzi, responsabile Formazione del PD Veneto - I tagli indiscriminati al settore scolastico da parte del governo metteranno le famiglie del veneto in grandissima difficoltà, cosa che è ancora più inaccettabile nella nostra regione dove le nostre scuole sono sempre state virtuose e di qualità, in particolare quella elementare che eccelle a livello internazionale (al 5° posto nel mondo secondo i test internazionali OCSE-PISA 2006 e TIMSS 2007)».

Per il PD veneto è l’ora della mobilitazione. «Dobbiamo scendere in campo per difendere la scuola veneta dall’attacco sferrato dal governo – esorta il dirigente veneto - Noi siamo fortemente mobilitati nei territori e lanciamo un pressante appello al ministro Gelmini perché riveda i tagli indiscriminati alla scuola che danneggiano così pesantemente le famiglie».

Oltre alla riduzione del tempo-scuola, altre “novità” introdotte dalla Gelmini contribuiranno a peggiorare la qualità della scuola veneta e italiana.

Il numero di bambini per classe: nelle scuole d’infanzia sale fino a 29 bambini con maestro unico e nella scuola primaria fino a 27 alunni.

Classi con bambini portatori di handicap: oggi una classe con un bambino portatore di handicap grave può essere formata al massimo da 20 alunni, 22 se l’handicap è lieve. Dal 2009/2010 ci potranno essere classi di 28 ragazzi con 2 portatori handicap.

Il maestro unico tuttologo: un unico docente dovrà insegnare 11 materie, dopo 15 anni di specializzazione in un gruppo di materie. Dovrà insegnare anche la lingua inglese, anche in assenza di una specifica preparazione (sono previsti corsi per gli insegnanti di appena 150/200 ore l’anno!).
Niente più visite di istruzione: per legge è possibile effettuarle con almeno un insegnante ogni 15 bambini.

Salta la continuità didattica: i tagli al personale docente saranno sì che per molte seconde, terze, quarte e quinte non ci sarà la continuità didattica, cioè a classi già in corsi saranno affidati nuovi insegnanti.

Anche l’edilizia scolastica, e dunque la sicurezza, viene penalizzata dalla politica governativa di tagli indiscriminati: nel 2009 ci saranno 77 milioni di euro per i 42 mila istituiti italiano: solo 1.833 euro a istituto! Altro che sicurezza nelle scuole!

Inoltre, i Comuni e le Province che sforano il patto di stabilità nel 2009 non potranno fare alcun intervento nell’edilizia scolastica.

giovedì 19 febbraio 2009

Catechesi

L’interruzione di procedure mediche dolorose, pericolose, straordinarie o sproporzionate rispetto ai risultati ottenuti può essere legittima. Si rinuncia all’accanimento terapeutico. Non si vuole così procurare la morte: si accetta di non poterla impedire. Le decisioni spettano al paziente, se ne ha la competenza e la capacità, o altrimenti a coloro che ne hanno legalmente diritto, rispettando sempre la ragionevole volontà e gli interessi legittimi del paziente.”

Cardinal Joseph Ratzinger, catechismo della Chiesa cattolica, 1994, par. 2278.

sabato 24 gennaio 2009

Guerra a Gaza

Il boomerang di Gaza

di Nicholas Kristof (NYTimes, 7-1-09)

In un momento in cui Israele sta bombardando Gaza cercando di schiacciare Hamas, vale la pena di ricordare che Israele stesso aiutò ad allevare Hamas.

Quando Hamas fu fondata nel 1987, Israele era per lo più preoccupata del movimento Fatah di Yasser Arafat e pensò che una organizzazione religiosa palestinese avrebbe aiutato a indebolire Fatah. Israele calcolò che tutti quei fondamentalisti musulmani avrebbero passato il loro tempo a pregare nelle moschee, così diede un giro di vite a Fatah e permise a Hamas di crescere come forza alternativa.

In Medio Oriente stiamo assistendo alla sindrome del boomerang. Il terrorismo arabo ha creato un appoggio ai politici israeliani di estrema destra, che hanno reagito duramente contro i palestinesi, che hanno risposto con altro terrorismo, ecc. Gli estremisti di entrambe le parti si sostengono a vicenda e l’assalto terrestre eccessivo di Israele a Gaza creerà verosimilmente altri terroristi nel lungo periodo. (...)

Gaza

Quello che non sapete su Gaza

di Rashid Khalidi (NYTimes, 7-1-09)

Quasi tutto quello che siete stati portati a credere su Gaza è sbagliato. Alcuni punti essenziali sembrano mancare dal discorso, svoltosi per lo più sulla stampa, circa l’attacco di Israele alla striscia di Gaza.

Il popolo di Gaza
La maggioranza di chi vive a Gaza non è lì per scelta. Un milione e cinquecentomila persone stipate nelle 140 miglia quadrate della striscia di Gaza fanno parte per lo più di famiglie provenienti dai paesi e dai villaggi attorno a Gaza come Ashkelon e Beersheba. Vi furono condotte a Gaza dall’esercito israeliano nel 1948.

L’occupazione
Gli abitanti di Gaza vivono sotto l’occupazione israeliana dall’epoca della Guerra dei sei giorni (1967). Israele è tuttora considerata una forza di occupazione, anche se ha tolto le sue truppe e i suoi coloni dalla striscia nel 2005. Israele controlla ancora l’accesso all’area, l’import e l’export, e i movimenti di persone in ingresso e in uscita. Israele controlla lo spazio aereo e le coste di Gaza, e i suoi militari entrano nell’area a piacere. Come forza di occupazione, Israele ha la responsabilità di garantire il benessere della popolazione civile della striscia di Gaza (Quarta Convenzione di Ginevra).

Il blocco
Il blocco della striscia da parte di Israele, con l’appoggio degli Stati Uniti e dell’Unione Europea, si è fatto sempre più serrato da quando Hamas ha vinto le elezioni per il Consiglio Legislativo Palestinese nel gennaio 2006. Carburante, elettricità, importazioni, esportazioni e movimento di persone in ingresso e in uscita dalla striscia sono stati lentamente strozzati, causando problemi che minacciano la sopravvivenza (igiene, assistenza medica, approvvigionamento d’acqua e trasporti).

Il blocco ha costretto molti alla disoccupazione, alla povertà e alla malnutrizione. Questo equivale alla punizione collettiva –col tacito appoggio degli Stati Uniti- di una popolazione civile che esercita i suoi diritti democratici.

Il cessate-il-fuoco
Togliere il blocco, insieme con la cessazione del lancio dei razzi, era uno dei punti chiave del cessate-il-fuoco fra Israele e Hamas nel giugno scorso. L’accordo portò a una riduzione dei razzi lanciati dalla striscia: dalle centinaia di maggio e giugno a meno di venti nei quattro mesi successivi (secondo stime del governo israeliano). Il cessate-il-fuoco venne interrotto quando le forze israeliane lanciarono un imponente attacco aereo e terrestre ai primi di novembre; sei soldati di Hamas vennero uccisi.

Crimini di guerra
Colpire civili, sia da parte di Hamas che di Israele, è potenzialmente un crimine di guerra. Ogni vita umana è preziosa. Ma i numeri parlano da soli: circa 700 palestinesi, per la maggior parte civili, sono stati uccisi da quando è esploso il conflitto alla fine dello scorso anno. Per contro, sono stati uccisi 12 israeliani, per la maggior parte soldati. Il negoziato è un modo molto più efficace per affrontare razzi e altre forme di violenza. Questo sarebbe successo se Israele avesse rispettato i termini del cessate-il-fuoco di giugno e tolto il suo blocco dalla striscia di Gaza.

Questa guerra contro la popolazione di Gaza non riguarda in realtà i razzi. Né riguarda il «ristabilire la deterrenza di Israele», come la stampa israeliana vorrebbe farvi credere. Molto più rivelatrici le parole dette nel 2002 da Moshe Yaalon, allora capo delle Forze di Difesa israeliane:»Occorre far capire ai palestinesi nei recessi più profondi della loro coscienza che sono un popolo sconfitto.»

Cari Cittadini di Santa Maria di Sala

TERRENI AGRICOLI, FATEVI AVANTI:
SARETE EDIFICATI !!!!

Cari Cittadini di Santa Maria di Sala,
si è appena concluso il giro di incontri che l’Amministrazione Comunale ha effettuato presso le sale private parrocchiali o presso le scuole (visto che mancano i centri civici), nelle varie frazioni del territorio.
L’interessante articolo dell’equilibrato periodico “Gente Salese” (n. 12/2008) non ha mancato di trarre le dovute considerazioni sulla scarsa frequenza di partecipazione della popolazione, nelle quali è stato evidenziato quanto segue:
1) o a Santa Maria di Sala non ci sono problemi e quindi non serve partecipare;
2) o la gente se ne frega delle “cose del Comune”;
3) o la conoscenza delle cose del Comune è “adeguatamente diffusa fra i cittadini”.

Proprio da questo terzo punto intendiamo partire per proporvi alcune riflessioni sul PAT. Siete a conoscenza che il nuovo PAT (Piano Attuattivo del Territorio) prevede delle modifiche sostanziali (e forse per qualcuno sostanziose) sullo sviluppo urbanistico, che comprendono:
 INTERVENTI RESIDENZIALI, COMMERCIALI, RICETTIVI, ARTIGIANALI a Santa Maria di Sala, lungo la via Noalese, a nord-est della via Gaffarello (all’interno della quale FORSE ci sarà una casa di riposo con vista su “capannoni e ipermercati”)?
 ALTRI DUE INTERVENTI RESIDENZIALI a Caselle, a ridosso del cimitero, zona nord, fino al canale Fiumi-cello, e a sud di via Fratella?
Questi nuovi insediamenti urbani sono il frutto del primo stralcio di PEREQUAZIONI che l’attuale Amministrazio-ne Comunale sta trattando con i proprietari dei terreni. Queste perequazioni sono lo scambio di mq di terreno agricolo che diventano edificabili, in cambio di circa 50,00 € al mq, che ogni proprietario dovrà versare per la costruzione del NUOVO CENTRO SCOLASTICO -1° stralcio: € 6.500.000,00- promesso in campagna elettorale).

Questi accordi con i privati sono previsti dalla Legge Regionale 11/2004, per consentire la realizzazione di opere pubbliche. Il principio è valido, ma le perplessità restano:

 CON QUALI CRITERI SONO STATE SCELTE QUESTE AREE?

 PER FARE IL CENTRO SCOLASTICO, AUMENTARE ANCORA m3 DI CASE E CAPANNONI ERA L’UNICO SISTEMA POSSIBILE?

 CON TUTTI QUESTI NUOVI METRI CUBI, QUANDO IL CENTRO SCOLASTICO SARA’ ATTIVO, SARA’ IN GRADO DI ACCOGLIERE TUTTA LA POPOLAZIONE SCOLASTICA, O AVREMO BISOGNO SUBITO DI UN AMPLIAMENTO?

 LE SCUOLE ELEMETARI DELLE VARIE FRAZIONI, GIA’ IN SOFFERENZA PER LA MANCANZA DI AULE E SERVIZI (visti i tagli di spesa corrente, dovuti al mancato rispetto del Patto di Stabilità nel 2007 e dei minori trasferimenti a copertura delle mancate entrate dell’ICI), SARANNO IN GRADO DI FAR FRONTE AD UN AUMENTO DELLA POPOLAZIONE SCOLASTICA?

 COME SI PUO’ CONSENTIRE L’AUMENTO DI ALTRI METRI CUBI DI CEMENTO, QUANDO CI SONO ANCORA AREE EDIFICABILI DA COMPLETARE?

 QUALI SERVIZI (piste ciclabili, percorsi vita, centri sportivi, centri per anziani e per giovani, sale per incontri) VENGONO OFFERTI ALLE FRAZIONI COME “ PEREQUAZIONI” PER QUESTI NUOVI INSEDIAMENTI?

Altre curiosità riguardano la frazione di Caltana. Erano stati previsti nuovi insediamenti sportivi vicini a quelli già esistenti (con tanto di progetto in vista su cartellone), ottenuti con la perequazione della piazzetta “Donatori di sangue”.
 SAPETE CHE VERRANNO SPOSTATI VICINO AL CIMITERO?
 SAPETE CHE SEMPRE VICINO AL CIMITERO CI SARÀ ANCHE UN CENTRO COMMERCIALE?

E Veternigo? E Stigliano? Anche loro continuano a crescere: ma come ???

Se la popolazione avesse saputo che negli incontri con gli Amministratori Comunali si parlava di queste cose, quale sarebbe stata la partecipazione?
Noi chiediamo che il PAT e i PI (Piani degli Interventi), che non sono ancora stati approvati, vengano approvati assieme ai cittadini, per trovare soluzioni più adeguate e condivise, considerando che queste disposizioni non saranno modificate che marginalmente per almeno dieci anni. Nella fase di approvazione sono previste le osservazioni dei cittadini, quindi la loro partecipazione. Ma per avanzare delle osservazioni, le cose bisogna conoscerle! A cose fatte non si migliora un bel niente!

E’ impensabile che un territorio non si sviluppi, siamo d’accordo,
ma questo non vuol dire che si può svenderlo!
E senza che i cittadini lo sappiano!



Gruppo Consiliare “Uniti per S. Maria di Sala” Partito Democratico di S. Maria di Sala

Terreni fatevi avanti!!!

Comunicato stampa dei consiglieri Damin e Stevanato, di “Uniti per S.Maria di Sala”e di Leandro Favaro, coordinatore del P.D. di S. Maria di Sala.


S.Maria di Sala: ciò che non vi hanno mai detto sui nuovi insediamenti!


Nel giro di incontri con i cittadini, appena concluso, l’amministrazione di Centro-Destra di S.Maria di Sala non ha illustrato nelle frazioni l’oggetto degli “accordi di programma” : fra di essi sono previsti mega insediamenti commerciali, artigianali, residenziali concentrati in due frazioni, che assorbiranno una grossa fetta della potenzialità edificatoria prevista per i prossimi dieci anni (PAT), a scapito perciò degli interventi abitativi per esigenze familiari dei residenti di tutto il comune.
È incomprensibile la collocazione, prevista negli accordi, sulla S.R. 515 ( a fianco della pista ciclabile tra S. Maria di Sala e Treponti) di insediamenti commerciali e artigianali che stravolgerebbero ulteriormente l’assetto urbanistico e stradale del graticolato romano.
NOI non lasceremo passare sotto silenzio questa operazione, che verrà posta all’attenzione del prossimo Consiglio Comunale, previsto nella prima decade di febbraio.


GRUPPO CONSILIARE “UNITI PER S:MARIA DI SALA”
PARTITO DEMOCRATICO, CIRCOLO DI S.MARIA DI SALA